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La Valle D’Agrò

Salirete sulle verdi colline per trovare antichi borghi sospesi sul mare e nel tempo, tesori dell’architettura arabo normanna e gotica e magnifici panorami. Qui furono furono girate le scene siciliane del film Il Padrino che volevano ritrarre una Sicilia arcaica: poco è cambiato da allora. Salendo sulle colline troverete affascinati cittadine con chiese del gotico siciliano, una cripta con le mummie dei nobili locali e, nel greto di un fiume, una splendida basilica, stupefacente sintesi dell’architettura bizantina, araba e normanna.

Sant'Alessio Siculo

Dall’hotel Palladio si prende il lungomare 4 Novembre e si prosegue sempre dritti per 12 km in direzione Messina seguendo la litoranea strada statale 114 sino al bivio di S. Alessio.

Il capo è costituto da un suggestivo promontorio a due vertici, con un castello circolare sul primo e una fortificazione medievale sul secondo, non visitabili perché, pur essendo stato riconosciuto “monumento nazionale”, sono ancor oggi di proprietà privata. L’edificazione del castello va collocata in un ampio spazio di tempo tra il X e la fine del XIV sec. d.C.: verosimilmente la struttura originaria risale al periodo arabo. Una cinta muraria circonda l’edificio vero e proprio e due torri, una di avvistamento e l’altra che probabilmente fungeva da prigione.

Savoca

Proseguendo sulla statale 114 fino a S.Teresa di Rivadove troverete la salita di Savoca SP19

Anche qui percorrerete una strada tutta curve. Il paese fece da sfondo a molte delle scene del film Il Padrino I, nelle quali F. F. Coppola voleva ritrarre immagini di una Sicilia ferma nel passato e all’apparenza tutto è rimasto uguale ad allora. Importante centro religioso, come testimonia il suggestivo abitato con bei palazzetti e interessanti portali e la presenza di numerose chiese. La Chiesa di San Nicolò scenograficamente collocata nell’avvallo tra due cime collinari da cui si gode di un ampio panorama della costa, la chiesa madre con campanile quattrocentesco e un bel portale con un rosone del cinquecento. La Chiesa del Convento dei Cappuccini conserva numerose tele del ‘500 e del ‘600, e, se avete il senso del macabro o un interesse storico per i modi con cui l’aristocrazia sicula tentava di competere con la morte, scendete nella cripta: vi troverete elegantemente vestiti e mummificati, secondo le antiche tradizioni di sepoltura, i corpi di diciassette notabili del paese. Per riprendervi dovete andare, nella piazzetta all’inizio del paese, a mangiare un’ottima granita al limone sotto la pergola del celebre bar Vitelli rimasto immutato dagli anni cinquanta del secolo scorso e che conserva le foto del cast del Padrino I e delle scene del matrimonio siciliano di Michael Corleone che Coppola girò qui.

Forza D'Agrò

Raggiungibile in automobile tramite la SS.114 fino al capo S. Alessio e poi proseguendo lungo il bivio a sinistra. Nel periodo estivo sono possibili collegamenti in autobus da Taormina.

A ridosso del Capo S. Alessio, sul lembo estremo di nord est della corona del monte Tauro, Forza d’Agrò si trova a 420 m. di altezza: la raggiungerete percorrendo una strada tutta curve che domina la vallata. Prima di arrivare in paese fermatevi al belvedere: il vastissimo panorama, che dallo stretto di Messina si spinge sino alla costa del catanese, vi allargherà anima e respiro. Arrivati alla cittadina non spaventatevi dalle nuove costruzioni di cui è circondata, il cuore del paese ha mantenuto intanto il suo antico fascino, arrampicatevi per i vicoli, curiosate nelle case disabitate e visitate i monumenti. All’inizio del paese troverete un altro belvedere con la chiesetta di S. Francesco del XVI secolo e poi la *** Chiesa della Triade del 1576 in cima a una scalinata sormontata da un portale gotico catalano tardo cinquecentesco con arco durazzesco (a sesto fortemente ribassato e con un doppio archivolto). La chiesa è situata un incantevole piazzetta con palme, vista magnifica e convento annesso, sotto vi è la Chiesa Madre dalla facciata barocca. Dovete poi visitare il Castello Normanno del XII sec. che, secondo la tradizione, fu costruito per volere del Gran Conte Ruggero. E’ posto sul punto più alto e più inaccessibile della Valle, e vi si arriva alla fine di una lunga e ripida scalinata di pietra. Dal 1876 l’area del Castello è stata adibita a cimitero.

Casalvecchio Siculo

Lasciata Savoca si prosegue sulla Sp19 verso l’interno. Fondato in epoca bizantina da monaci dalla Siria e dall’Egitto, possiede un interessante patrimonio architettonico ma è fuori del paese che si trova un capolavoro dell’architettura che bisogna assolutamente vedere e ricompensa largamente della strada un po’ contorta che si fa per raggiungerlo: è ****il Tempio dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò risalente al 560 d.C. circa. Realizzato dai frati di S. Basilio, fu distrutto e saccheggiato durante la dominazione araba e poi ricostruito, nel 1172, in epoca Normanna da maestranze arabe, mantenendo in parte l’impianto originario. Rappresenta una rara e originalissima sintesi di elementi bizantini, arabi e normanni. La Chiesa basiliana, un tempo parte di un grande e ricco complesso monastico che dominava la valle, si erge ora solitaria in contrada Contura nella fiumara d’Agrò potete raggiungerla da Casalvecchio o dalla costa seguendo la segnaletica dal bivio di Santa Teresa. La bellezza e la genialità della sua costruzione hanno resistito all’incuria e ai terremoti. L’esterno ha un forte effetto pittorico dato dall’alternanza di fasce di mattoni, arenaria, calcare e pietra lavica, l’interno è spoglio (a causa dei saccheggi che la hanno privata dei tesori e degli affreschi bizantini) ma ciò rende ancora più suggestiva la preziosità della sua architettura caratterizzata dalle cupole a spicchi e dalle archeggiature archiacute. L’iscrizione in greco sull’architrave della porta principale ci tramanda il nome dell’architetto Gherardo il Franco, unico fra i “capi mastri” dell’epoca siculo-normanna il cui nome esca dall’anonimato.
btt