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Un hotel fatto a mano

All’ hotel Palladio mobili, piastrelle, torte, pasta e molto altro sono fatti a mano.
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«Ai tempi antichi dell’arte i costruttori cesellavano con la massima cura ogni particolare minuto e invisibile perché gli dèi sono dappertutto» Henry Wadesworth Longfellow.

Ci dicono che a Giardini Naxos, con benevola presa in giro, chiamino l’hotel Palladio il “cantiere del Duomo” perché i lavori, che riprendono dopo ogni stagione turistica, sembrano non finirvi mai: ogni inverno continuiamo a rinnovare e migliorare l’hotel.
Questa definizione ci piace molto: nel nostro piccolo (anzi minuscolo), sono proprio i cantieri del Duomo ad essere il nostro irraggiungibile ideale.
Nei cantieri medievali per la costruzione del Duomo, che duravano centinaia di anni, lavoravano per generazioni i più bravi artigiani della città. E gli artigiani, specialmente in Sicilia, non erano esecutori ma creatori di un’opera che li rappresentava, in cui ogni infinitesimo dettaglio era oggetto di assoluta dedizione ed espressione della loro maestria.
Naturalmente non siamo nel medioevo e un hotel non è certo un Duomo, dovrebbe però essere un luogo dove i viaggiatori possano incontrare frammenti della cultura del territorio che vengono a visitare. E poiché nel nostro territorio il patrimonio dei saperi artigianali è particolarmente ricco, originale e creativo, noi, in tempi di economica produzione seriale, di design spesso standardizzato o vacuamente scenografico, perseguiamo un’utopia: vorremmo che l’hotel Palladio divenisse un luogo fatto a mano dove i viaggiatori trovino “pezzi unici” fatti dai migliori artigiani locali coi più bei materiali locali, un luogo dove antiche tecniche locali sono preservate, riprendono vita e si evolvono, combinandosi tra loro e con la modernità. Possiamo cercare di farlo perché qui le magnifiche tradizioni dell’artigianato siciliano sono ancora attive e vitali, e molti sono i valenti “mastri” che le conoscono e le tramandano.
Ringraziamo i mastri muratori: Rito Garufi, dal quale tutto è iniziato e la cui saggezza ed esperienza (tecnica ed umana) continua a guidarci e Carmelo Garufi senza la cui grande bravura e generosa passione, le multiformi competenze e la creatività nulla sarebbe stato fatto e poi Nino Bambara per la sua perizia e il suo coinvolgimento e gli aiutanti così preziosi, Antonio Garufi e Franco Muscolino.
I fabbri, Giovanni Liguria e Francesco Quattropani che continuano a far vivere la nobile tradizione del ferro battuto di Giardini Naxos inventando e forgiando nel fuoco fantastici ghirigori.
Il grande falegname Vincenzo Vinciullo (uomo di altri tempi per onestà e impegno) e il suo collaboratore Santo Savoca (valente e dal gusto raffinato) che nel loro laboratorio di Calatabiano sanno trattare il legno da provetti ebanisti di antica sapienza.
L’idraulico-galantuomo Angelo Parisi, con la sua bravura, generosità ed eccezionale scrupolosità e l’amico impiantista Giuseppe Bellerone (da sempre acuto consigliere), con la sua inventiva e intelligenza, che ci hanno aiutato ben oltre il loro campo a far sì che il “fatto a mano” fosse anche tecnicamente all’avanguardia, comodo e funzionale.
L’amico Nino Mancari, che certo non può essere chiamato imbianchino, perché ha per il colore l’occhio assoluto come nella musica esiste l’orecchio assoluto, e sa riconoscere la qualità delle sfumature e l’esatta combinazione delle tinte come i veri pittori.
I ceramisti di Taormina: Maristella Marsilii a cui è stata concessa la grazia dell’ispirazione con i suoi geniali disegni e le sue incessanti sperimentazioni; il leggero tocco da pittore di talento e le splendide improvvisazioni di Marco Monforte nel suo laboratorio di Taormina e Caterina Cacopardo, la loro maestra, dalla mano perfetta che conosce il valore etico del dettaglio e i saperi della tradizione. E gli storici ceramisti di Santo Stefano di Camastra, i fratelli Fratantoni, grande esempio di come si possa fare in Sicilia un’impresa che salvaguarda e innova la tradizione. Il signor Di Fede dell’ICEA che ha creato per noi il miglior intonaco tradizionale con polvere di lava, donandoci con mugnificenza entusiasmo e attenzione come se fossimo un grande cantiere e non un piccolo hotel. La Neon Vela di Messina che ha saputo applicare tecniche modernissime a pratiche antiche.
E dovremmo ringraziare ancora molti altri che continuano ad aiutarci in questa piccola avventura.

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