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La storia di Naxos

Documentario sulla storia di Naxos

3D Ricostruzione centro abitato di Naxos

Il Parco Archeologico di Naxos

La storia di Naxos fu breve, conclusa nell’arco di poco più di tre secoli. Alleata di Atene, nel 403 a.C. venne distrutta da Dionigi I di Siracusa, che cedette come ricompensa il territorio della città ai Siculi, suoi alleati, e deportò i cittadini, vendendoli schiavi a Siracusa. Fu un evento drammatico e decisivo, che chiuse la storia di Naxos per aprire quella di Taormina (Tauromenion), fondata dagli esuli di Naxos dopo la sua distruzione. Questa circostanza, insieme alla mancata sovrapposizione dell’abitato moderno su quello antico ha favorito la ricerca archeologica…
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A circa 15 km a nord dell’Etna, il sito dell’antica Naxos sorge ai margini della non ampia pianura che si apre a sud delle alture di Taormina, e dove sfocia il fiume Alcantara, naturale via di penetrazione della colonia. L’antico abitato si estendeva su un territorio pressoché pianeggiante, occupando la stretta penisola di Schisò ed i terreni immediatamente adiacenti, aperto a nord sulla baia, porto della colonia, e limitato a sud dal torrente Santa Venera. A fondarla, nella seconda metà dell’ VIII secolo a.C. (nel 734, secondo Tucidide), furono gli Eubei di Calcide. Città marittima, come la quasi totalità delle città greche dell’Isola, fu fiorente soprattutto in epoca arcaica per lo sviluppo dei traffici commerciali e per la coltura della vite, alla quale ben si adattava la natura collinare del territorio.
Prima colonia greca della Sicilia, come concordemente tramandano gli storici antichi, alla sua fondazione parteciparono anche popolazione cicladiche provenienti dalla grande isola di Naxos. Questa discendenza, a lungo documentata in maniera incerta dalle fonti (lo storico Ellanico di Mitilene) e dal nome – lo stesso per le due città – è stata confermata da un ultimo ritrovamento: un cippo con dedica alla dea Enyò, inscritto nell’alfabeto in uso nell’isola cicladica nel VII secolo a.C. Guidava la spedizione Teocle, che cinque anni dopo ripartiva con parte dei coloni per fondare Leontinoi prima (728 a.C.) e Katane poi (727 a.C.). Naxos fu, dunque, fulcro della spedizione euboica in Sicilia. Tale funzione è sancita dalla presenza dell’altare di Apollo Archegetes, eretto dai coloni al loro arrivo e sul quale, ancora ai tempi di Tucidide, offrivano sacrifici i theoroi, i sacri inviati delle città greche dell’Isola prima di salpare per la Grecia.
Non conosciamo molto della storia di Naxos. La feroce politica anti-calcidese portata avanti nel V secolo a.C. dai Dinomenidi di Siracusa ha lasciato il segno- nel 476 a.C. Ierone di Siracusa distrusse Naxos; i cittadini vengono trasferiti in massa a Leontinoi. È solo dopo la caduta dei Dinomenidi a Siracusa (466 a.C.) che gli esuli Naxi riescono a ritornare nella loro città. Ma questa viene nuovamente distrutta nel 403 a.C. da Dionigi di Siracusa che così la punisce dell’alleanza contratta con gli Ateniesi.
Questa per sommi capi la storia di Naxos, attraverso cui si colgono le linee principali della storia dei Greci di Sicilia nel V secolo a.C.: l’ascesa grazie ai Dinomenidi, l’antagonismo tra genti doriche e ioniche.
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